Il 14 novembre 2014 è partita la
raccolta di firme per una denuncia alla Commissione Europea relativa
all’errata trasposizione dei contenuti della Direttiva Europea
2001/23 in materia di tutele dei diritti dei lavoratori.”
Lo
annunciano le Segreterie Nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom
Uil, nell’ambito delle iniziative che porteranno allo sciopero
generale e alla notte bianca dei call center il prossimo 21 novembre.
“Le crisi occupazionali che
colpiscono migliaia di lavoratori – prosegue la nota – non sono
figlie della crisi economica ma di un vuoto normativo che permette,
nella successione dei medesimi appalti, di cambiare fornitore e
lasciare disoccupate migliaia di persone. In tutti gli altri Paesi
europei la successione e il cambio di appalto è gestito attraverso
tutele occupazionali, che nascono dalla direttiva, che tutelano i
lavoratori, il loro salario e i loro diritti nel cambio di
fornitore.”
“In Italia no! Nel cambio di
appalto si agisce unicamente attraverso la compressione di salari e
diritti in modo tale da garantire al committente il prezzo più
vantaggioso e scaricando i costi sulle tasse dei cittadini (gli
ammortizzatori sociali e gli incentivi) e sui lavoratori.
Tale norma
ha anche l’effetto di definire un modello industriale, perché la
difesa delle competenze e della qualità induce le aziende a
qualificarsi per la capacità di offrire servizi di qualità a prezzi
migliori, garantendo un più elevato standard di servizi ai cittadini
che in questo modo non vivono, come accade in Italia, i call center
come molestatori.”
“Per questo le Segreterie
Nazionali raccoglieranno le firme dei lavoratori del settore,
l’obiettivo è quello di superare le 10.000 adesioni, per inviarle
al Presidente della Commissione Europea chiedendo un intervento sulla
materia.
L’Europa non è solo burocrazia – concludono i sindacati
– ci sono decisioni europee che se recepite in Italia
migliorerebbero di molto la qualità dei servizi e la vita dei
lavoratori.”
Scarica la lettera da
firmare: denuncia
a commissione europea
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