C'è una carica utopica nell'aprire una campagna per un nuovo Statuto dei diritti che punti a ricomporre il lavoro, subordinato e autonomo? Certo che c'è, almeno in parte, ma sta nella storia e nel nome di una grande organizzazione come la Cgil, la Confederazione generale italiana del lavoro: perché l'unità del lavoro è anche pensare «che la forza di chi è più forte debba esere utilizzata per estendere diritti anche per i più deboli». Il resto no, non è utopia: il pensarlo significa essere rassegnati.
Così Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, intervenuta questa mattina nell'auditorium della Camera di Commercio di Brescia all'assemblea dei delegati e delle delegate Cgil per lanciare la campagna di assemblee sul Nuovo Statuto e la Carta dei diritti (vedi la galleria fotografica dell'assemblea). «Veniamo da anni nei quali l'unico tema era quello di difendersi: la discussione di oggi già dice che siamo in una nuova fase». Una fase che si apre e che parte dalla consapevolezza che gli strumenti tradizionali non sono più sufficienti. Sono cambiate le regole del gioco e «il punto di equilibrio» che fino a non molto tempo fa esisteva tra politica e organizzazioni dei lavoratori è saltato.
«La nostra autonomia - ha sottolineato Camusso - impone che si cambi il modo in cui ci si esprime». manca l'interlocutore, ma non solo di questo si tratta. È cambiata anche l'area della
rappresentanza, e anche un sindacato come la Cgil fa fatica «a vedere l'unità del lavoro e quanto esso sia oggi diviso». «Definire con nettezza lavoro subordinato autonomo è oggi un'impresa». 
«Non è una campagna ordinaria, e bene ha fatto Damiano Galletti a ricordarlo nella relazione introduttiva, sottolineando che dovremo essere in grado di ascoltare e capire quello che verrà detto in quelle assemblee». Bisognerà costruire le alleanze («anche con chi si è sentito escluso da noi, come i precari...»), bisognerà interloquire («la carta non è in contraddizione nel rapporto con Cisl e Uil...»), dialogare, estendere la discussione, essere coerenti con questo obiettivo nella contrattazione inclusiva.
«Possiamo farcela», ha concluso Susanna Camusso.
Fonte: www.cgil.brescia.it
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