
Per il dirigente sindacale “non solo indigna che i manager tedeschi condannati in via definitiva non abbiano scontato un solo giorno di pena in Germania, ma preoccupa e addolora constatare che quella immane tragedia avvenuta in nome del profitto non abbia radicalmente segnato le coscienze e l’operato quotidiano nel mondo del lavoro e dell’imprenditoria”.
Martini sottolinea infatti che “i dati dimostrano una ascesa del trend infortunistico, che è tornato a salire proprio nel momento in cui si registra una crescita della produzione”. “È necessario riflettere rigorosamente su questo binomio – sostiene il segretario confederale – perché significa che né la crescita in atto, né l’innovazione, sbandierata come la nuova frontiera dello sviluppo, assumono come vincolo l’obiettivo del miglioramento delle condizioni di lavoro”.
“La Cgil, insieme a Cisl e Uil – prosegue – considera questo obiettivo sempre più centrale nella contrattazione e nel confronto con tutte le associazioni datoriali e istituzionali, e sosterrà l’impegno dei rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza, per imporre il pieno rispetto di tutte le norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro”.
“Lo dobbiamo ad Antonio, Angelo, Roberto, Rosario, Giuseppe, Rocco e Bruno, ai loro familiari, e a tutti coloro che continuano a morire o ferirsi nei luoghi di lavoro”, conclude Martini.
“Fa davvero orrore l’idea che a 10 anni negli stessi giorni si ripeta nuovamente il fatto che ci siano
lavoratori feriti gravi: spero ovviamente che ce la facciano”. Lo ha affermato Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil, a Firenze per un convegno, in merito all’incidente alla Vaber di Torino con due operai ustionati nel decennale del rogo della Thyssen.
“In dieci anni purtroppo e’ cambiato troppo poco: anzi, qualche elemento di peggioramento delle condizioni lo vediamo nel tasso degli infortuni che continua a crescere, anche quello della mortalita'”, ha spiegato Camusso, parlando coi giornalisti a margine dei lavori del convegno. Secondo la leader della Cgil, “e’ cambiato poco anche perche’ nonostante i processi siano arrivati in giudizio finale questo non ha determinato poi che le pene siano effettivamente esecutive, visto che la Germania non e’ intervenuta e lo stesso nostro paese, diciamo cosi’, non e’ stato particolarmente attivo nel pretendere che si attivassero i canali internazionali.
Dalla tragedia di dieci anni fa passi in avanti ce ne sono stati, quelle sentenze sono state sicuramente importanti, ma l’esecutivita’ sarebbe stata altrettanto importante”.
Fonte: Ufficio Stampa Cgil
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