In questo senso, continua il numero uno di Corso Italia, “c’è una violenza anche politica, una violenza che porta a discriminare le persone per la razza, quindi a favorire il razzismo, a discriminare le persone per il sesso, a discriminare le persone per la religione”.
Per Landini “essere antifascisti oggi vuol dire non avere paura dell’altro, vuol dire essere inclusivi, vuol dire far partecipare le persone, vuol dire battersi per i diritti e le libertà delle persone nel lavoro, vuol dire non essere individualisti ma essere solidali e in grado di favorire un altro modello sociale e un altro modello di sviluppo. E questo significa però non essere indifferenti, non far finta di non vedere quello che sta succedendo, ma vuol dire prendere parte ad una cultura della partecipazione, una cultura del riconoscimento dei diritti dell’altra persona e quindi in un’idea di fratellanza e di solidarietà”.
Per queste ragioni, ricorda il segretario generale della Cgil, “questo 25 aprile, che avviene all’interno di una pandemia pesantissima, non può essere un 25 aprile che passiamo in casa ma dobbiamo uscire”. Ed invita a partecipare all’iniziativa lanciata dall’Anpi “di deporre un fiore in tutte le vie in tutte le piazze che sono dedicate a uomini e donne che hanno dato la loro vita per renderci una repubblica democratica e libera”.
VIDEO – Maurizio Landini: il nostro fiore partigiano
Fonte: Ufficio Stampa Cgil
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